Penny Boy, tatuatore di star del calibro di Michele Morrone, racconta il suo mondo fatto di inchiostro e metamorfosi (2025)

Incisore di memorie, artista dei tattoo dalla fama internazionale, lavora tra Italia, Stati Uniti e Asia. Massimiliano Pennella, in arte Penny Boy, non è soltanto un tatuatore, ma un narratore che crea storie indelebili sulla pelle di viso e corpo. Cresciuto a Milano in una famiglia tutta al femminile, ha trasformato l’arte del tatuaggio in un linguaggio universale, abbracciando visioni e culture lontane. Con una collezione di oltre 100 premi internazionali (tra i quali vanno citati l'Hawaii best of traditional e il Philadelphia best of color) e la partecipazione a più di 300 convention, Penny Boy fa parte dei grandi della body art, al punto da essere ospite d’onore nei più prestigiosi eventi mondiali, dal Pacif Ink & Art Expo alle scene di New York e Parigi. Il suo stile tattoo, sospeso tra tradizione e innovazione, si concentra in particolare sulla dinamica della metamorfosi: animali che diventano donne, donne che sfumano in creature selvagge. Un’arte che crea una sana addiction e che, tra gli altri, ha affascinato celebrità del calibro Michele Morrone e Liam St. John. Non solo: presto l'arte di Penny Boy vestirà anche la moda con una collaborazione speciale per Sullen Clothing. Lasciamo che a raccontarci la sua vita, la sua arte, la sua visione sia proprio lui.

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In molti paesi i tattoo sono considerati arte a tutti gli effetti, mentre in Italia persistono ancora pregiudizi. Cosa manca per il definitivo riconoscimento artistico dei tatuaggi?
«Le cose stanno proprio così. Da anni nel mondo il tattoo e la body art vengono considerati una vera forma d’arte. Ma purtroppo in Italia siamo legati ancora a preconcetti tradizionalisti o comunque all’idea che il tatuato è il bad guy di turno, anche se fortunatamente ci stiamo scrollando di dosso questo stereotipo. Va detto che l'idea di incarnare il ribelle intrigante spinge la gente a tatuarsi, e questo consente di vedere sempre più gente tatuata per la strada, normalizzando il tutto. Dall’altro lato, il vedere sempre più tattoo in televisione ci porta ad avere una tolleranza maggiore e un vero e proprio entusiasmo generale, svelando un approccio al tatuaggio sicuramente più aperto rispetto al passato».

Il tatuaggio è sempre più un fenomeno beauty: come sta cambiando l’estetica dei tattoo?
«In passato il tattoo era più una forma di trasgressione, oggi invece è sicuramente anche un modo per adornare il proprio corpo, per esprimere se stessi e la propria personalità. Oggi vengono studiati e creati veri e propri body suits, come a dipingere un quadro».

Sappiamo che ama molto dedicare tatuaggi ai volti femminili.
«Vero. Tatuo tantissime donne che si avvicinano a me spinte proprio dalla bellezza ed eleganza dei volti di donna dei mie disegni. Altre donne desiderano, invece, vedere rappresentato il proprio animale del cuore. In Italia ho come l'impressione che si tatuino maggiormente gli uomini. Quanto all'approccio al tattoo, cambia molto con l'età: quando si è adulti ci si avvicina ai tatuaggi in maniera più saggia e intelligente, mentre da giovani si segue molto la moda, l’amico, la tendenza, quello che spopola sui social».

Lo stile Penny Boy: il suo tratto distintivo ha conquistato il mondo. Come nasce la sua firma artistica?
«Il mio stile nasce da anni e anni di ricerca, sperimentazione, dedizione e disegno. La ricerca di creare dei soggetti nei quali la gente potesse ritrovarsi, identificarsi e espimere dei significati è stato l’obiettivo principale. Dietro ogni mio disegno c’è un messaggio ben preciso, un’idea di quello che il disegno rappresenterà. Il bello dell’arte entra in gioco in seguito: ogni persona vedrà poi nel lavoro finito quello che quel disegno più le trasmette, quello che le arriva al cuore. Nel mio stile e nel mio operato metto più cuore che testa. Ciò detto, restano comunque dei punti chiave tecnici imprescindibili per quanto riguarda la stesura del colore, i dettagli, i contrasti, la scelta dei colori».

I suoi tattoo raffiguranti le transizioni da donna ad animale sono ormai famosissimi. Da dove nasce questa ispirazione?
«Penso che questo tema si colleghi strettamente al fatto che sono cresciuto con mia mamma e le mie sorelle e sono sempre stato contornato da donne. Credo che questo dato biografico mi abbia donato una spiccata sensibilità, attenzione e percezione dell’essere. Il tutto viene espresso nei miei disegni, che spesso si rivelano un’ode alle donne, un esprimere la loro bellezza in tutte le molteplici declinazioni. La parte animale dei miei tattoo deriva dal fatto che amo gli animali: in fondo noi siamo animali e tutti abbiamo una parte animale, più nascosta o accentuata. Da qui l’esigenza di valorizzare anche questo lato di noi nei mie disegni, integrandoli in una transizione. Nel mio piccolo, cerco di fare la mia parte in questo mondo aiutando gli animali. Supporto enti come Seashepherd, sono una di quelle persone che se c'è un animaletto che entra in casa non lo uccide, ma lo sposta dolcemente fuori».

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